Il morbo di Parkinson (MP) è un disturbo cronico debilitante del sistema nervoso centrale. È il disturbo neurodegenerativo in più rapida crescita con più di 10 milioni di diagnosi in tutto il mondo. Le persone con Parkinson sperimentano conseguenze motorie (es. difficoltà nella deambulazione) e non motorie (decadimento cognitivo) deleterie che influenzano la loro qualità di vita.
Quali sono i sintomi del morbo di Parkinson?
I sintomi del morbo di Parkinson sono svariati e sono di carattere motorio e non motorio. Intensità e tipologia variano da caso a caso e, soprattutto, tra i diversi stadi in cui la patologia viene diagnosticata. Le osservazioni effettuate negli anni non hanno evidenziato uno sviluppo omogeneo della malattia e, pertanto, ogni soggetto può accusare solo alcuni dei sintomi tipici del morbo di Parkinson con intensità variabili anche in base al tipo di trattamento farmacologico intrapreso. In generale sono cinque i sintomi più comuni del morbo di Parkinson:
- Tremore a riposo
- Bradicinesia
- Rigidità durante i movimenti passivi
- Instabilità posturale
- Anomalie nella deambulazione
Quali sono le possibili terapie per il morbo di Parkinson?
Oggi non esiste un trattamento approvato che prevenga lo sviluppo e l’evoluzione del morbo di Parkinson. I trattamenti sintomatici farmacologici attualmente disponibili non sono efficaci per tutti diversi sintomi della malattia osservati e, inoltre, spesso perdono di efficacia nel corso del tempo. Oltre ai trattamenti farmacologici, però, le varie ricerche effettuate sul Parkinson hanno evidenziato l’efficacia di trattamenti non farmacologici che si sono mostrati discretamente utili nel ”tamponare” i sintomi e migliorare la qualità della vita delle persone malate.
Uno degli interventi più promettenti è l’esercizio fisico che, secondo recenti revisioni, mostra effetti benefici su diversi sintomi. È importante notare che l’esercizio fisico sembra avere una serie di effetti che si sovrappongono, sono paragonabili o addirittura superiori a quelli dei farmaci, il che è in linea con l’attuale attenzione internazionale, in cui l’esercizio fisico è considerato una medicina per 26 condizioni croniche.
L’esercizio è generalmente considerato sicuro sulla base di un numero molto limitato di eventi avversi segnalati. In 48 studi randomizzati controllati localizzati su Parkinson ed esercizio, 33 hanno segnalato la sicurezza senza segnalazioni di eventi avversi gravi. Gli eventi avversi sono stati segnalati solo in otto studi e includevano dolore/indolenzimento transitori, infiammazione articolare, cadute, vertigini, stanchezza e peggioramento di lesioni preesistenti, ma con solo quattro eventi correlati a un intervento di esercizio.
Parkinson ed esercizio fisico
L’esercizio aerobico e l’esercizio di resistenza possono avere un impatto positivo su diversi risultati. Inoltre, anche altre modalità di esercizio mostrano effetti benefici su vari risultati. È interessante notare che tutte le modalità di esercizio portano a miglioramenti nella capacità di camminare, nella stabilità posturale/equilibrio e in tutti gli altri sintomi di questa malattia.
E’ una malattia degenerativa cronica, è necessario quindi che l’esercizio fisico sia costante per osservare benefici duraturi. Dopo la diagnosi, prima si inizia la pratica più gli effetti saranno marcati e la malattia rallenterà.
L’obiettivo principale è di ritardare la disabilità il più possibile, prevenire le complicanze e migliorare la qualità della vita aumentando l’autonomia.
Un programma idoneo di esercizio fisico si dovrà focalizzare prima di tutto su i sintomi più “gravi” riscontrati in sede di valutazione/esame funzionale. Dopodichè l’attenzione verrà spostata su tutti gli altri sintomi che si riscontrano in questa malattia.
- Importante è ritrovare o mantenere la mobilità articolare e coordinazione. Ma anche gli esercizi di stabilità non possono mancare, poiché uno dei sintomoi più irrilevanti è sempre l’instabilità posturale sia in statica (da fermo) sia in dinamica (durante il cammino)
- Esercizi per l’equilibrio restano fondamentali per prevenire le cadute e per sentirsi più sicuri durante le attività della vita quotidiana
- La forza è un’altra capacità che nel paziente parkinsoniano va a decadere, Quindi esercizi a corpo libero e con i sovraccarichi non possono mancare.
- Poiché si ha anche un rallentamento nella fase di risposta agli stimoli (output) sono fondamentali anche esercizi psicocinetici per allenare la reattività, rapidità e velocità
- E infine, ma non per ultimo, bisogna focalizzarsi anche sull’aspetto cardiopolmonare. Quindi svolgere anche esercizi aerobici, preferibilmente esercizi che imitano le azioni del quotidiano.
L’esercizio fisico dovrebbe quindi essere considerato come una medicina nella Parkinson e dovrebbe essere prescritto come trattamento aggiuntivo il prima possibile.