Nel nostro Paese è opinione diffusa che l’italiano medio non sia particolarmente avvezzo alla pratica costante di una corretta attività fisica. Si tratta, purtroppo, di un ‘’luogo comune’’ non completamente falso soprattutto in determinate fasce di popolazione ma, fortunatamente, i recenti dati statistici ci danno segnali di speranza. Ogni anno l’Istat stila il ‘’Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibili’’ (Bes), vale a dire un’articolata analisi sui livelli di benessere di vario genere raggiunti nel nostro Paese.
Naturalmente il Bes tiene insieme tutta una serie di indicatori ritenuti influenti sul benessere della popolazione. Naturalmente i fattori socio-economici hanno un peso molto importante ma, al fine di valutare la qualità della vita degli italiani a trecentosessanta gradi, l’Istat tiene in conto anche svariati fattori che spesso sfuggono agli indicatori economici ma che, a conti fatti, incidono pesantemente sulla salute delle persone. Uno di questi fattori è senza ombra di dubbio quello legato alla sedentarietà che, in questo come in molti altri Paesi occidentali, rappresenta una problematica non di poco conto.
Quanti sedentari ci sono in Italia?
Dal Bes 2024 emerge che gli italiani sedentari, vale a dire quelle persone che dichiarano di non svolgere mai attività fisica nel tempo libero, sono oltre il 34%. Tale percentuale si riferisce a un campione eterogeneo che non ripartisce la popolazione per genere, età, classe sociale ecc. e, pertanto, ci sono sottogruppi di popolazione in cui la situazione è bene più allarmante. In particolare i dati Istat ci raccontano in maniera plastica come donne, anziani e persone con livelli di istruzione bassi trovino maggiore difficoltà nel praticare attività fisica in maniera continuativa.
Seppure in evidente diminuzione rispetto agli anni precedenti, anche nel 2023 nella popolazione femminile italiana si registra una percentuale di soggetti sedentari maggiore rispetto alla popolazione maschile. Tale divario, probabilmente, affonda le sue origini in arcaici costrutti sociali che, fortunatamente, il nostro Paese sta provando a mettersi alle spalle. A quanto pare, sta risultando essere bene più difficile convincere le persone anziane dell’importanza del movimento. È in particolare la fascia di popolazione over 60 ad accedere con meno continuità all’attività fisica che, come sapranno bene i nostri più attenti lettori, rappresenta un alleato fondamentale per affrontare gli effetti dell’invecchiamento. Anche in questo caso si registra un trend in miglioramento anche grazie all’azione di centri come il nostro che mettono l’anziano nelle condizioni di portare avanti un percorso totalmente calibrato sulle sue specifiche condizioni psicofisiche.